QUESTIONE MERIDIONALE (1)
di Giancarlo Chiari
Nel meridione d’Italia si sta riscontrando da qualche anno la rinascita della dignità dei suoi cittadini che una storia patria comprensibile nelle sue dinamiche ma inaccettabile perché di parte, aveva relegato a figli di un dio minore. I primi sintomi della rinascita risalgono a più di 20 anni fa quando alcuni impavidi decisero di iniziare quel processo di riabilitazione sociale che, avevano compreso, non poteva che passare per una contestazione documentata di alcuni passi del Risorgimento italiano. Come un sasso di forma sferica lanciato dall’alto di una montagna innevata che inizia il suo lento rotolare diventando sempre più grande e veloce fino ad assumere la forma di una enorme valanga che apre una nuova strada, così le verità nascoste sul cruento processo di unificazione nazionale e sul suo pesantissimo costo in termini di condivisione del progetto Italia aprivano le menti e spingevano sempre più gli italiani sia del Nord che del Sud a rivedere le posizioni intransigenti e stereotipate, studiate a scuola, che descrivevano un meridione d’Italia arretrato e povero trasformandolo in un meridione d’Italia evoluto e ricco che aveva determinato proprio per questa sua condizione il processo di unificazione italiana che aveva bisogno di mezzi per essere realizzata. I danni subiti in questi 160 anni dalle popolazioni meridionali sono stati enormi; parliamo di danni culturali, sociali, psicologici ed economici pagati dalle popolazioni meridionali in termini di emigrazione, infamie, discriminazioni etc. subite da una matrigna che non poteva svelare la verità come nella fiaba di Cenerentola anch’essa di ispirazione meridionale dal racconto di Giambattista Basile nato a Giugliano in Campania nel 1566. È come nelle fiabe, un principe azzurro è intervenuto per ristabilire una storia basate su incontestabili verità fondate su fatti e documenti. E allora la nostra Cenerentola, che fuor di metafora chiameremo popolo meridionale, ha colto l’occasione del ballo di corte per giocarsi le sue chance e riottenere la sua dignità perduta. Sempre fuor di metafora una petizione indirizzata al Parlamento europeo ( 748/2015) è stata recapita nelle sedi opportune ed è stata dichiarata ammissibile il giorno in cui si festeggiava il 155° Anniversario dell’Unità d’Italia, il 17 marzo del 2016 ( penso proprio non sia un caso tra le tante date disponibili). Ma di cosa parlava la petizione? Parlava di alcune problematiche denominate Questione Meridionale ma meglio identificate come Questione Italiana (per chi ne volesse sapere di più http://www.assomarss.it/petizione-approvata.html ) e di cosa fosse importante fare per avviare a soluzione la ultracentenaria problematica. Le soluzioni proposte furono nell’ordine due: 1) La revisione storica dell’epopea risorgimentale con l’istituzione di una giornata di commemorazione alla memoria di quanti perirono da entrambe le parti. 2) una equa ripartizione dei mezzi dello Stato erogati per lo sviluppo del territorio che tenesse conto della effettiva popolazione di riferimento che abita il meridione d’Italia (al momento della petizione il 34.43%). I risultati sono stati formidabili e continuano a produrre effetti a catena. A partire da quest’anno scolastico 2018-2019 che si sta avviando a conclusione nelle scuole italiane la storia risorgimentale sta cambiando. In alcuni libri scolastici si inizia a parlare di guerra civile combattuta nel meridione d’Italia etichettata come brigantaggio. A fine del 2016 il governo varò l’art.7bis del Decreto-legge del 29 dicembre n° 243 che recepiva le argomentazioni della petizione approvata dal Parlamento europeo nel precedente marzo e che dopo una serie di ritardi nel 2018 dovuti all’insediamento del nuovo governo giallo verde, vede la sua applicazione con un recentissimo decreto attuativo a firma del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Quello che è successo in questi ultimi anni è un buon inizio verso il completo riscatto ed il recupero del gap che il Sud ha nei confronti del resto d’Italia. La strada è stata intrapresa a noi il compito di seguirla fino alla fine con determinazione.